Il  Mostro

Vol. XXII: Summinula technologiae

(Tomi 1-2)

 

Le Cose

Il bastone, le monete, il portachiavi,

la docile serratura, i tardi appunti

che non potranno leggere i miei scarsi

giorni, le carte da gioco e la scacchiera,

un libro, e tra le sue pagine appassite

la viola, monumento di una sera

di certo inobliabile e obliata,

il rosso specchio a occidente in cui arde

illusoria un’aurora. Quante cose!

Atlanti, lime, soglie, coppe, spille,

ci servono come taciti schiavi,

senza sguardo, stranamente segrete!

Dureranno oltre il nostro oblio;

non sapranno mai che ce ne siamo andati. (L. Borges)

 

Al nostro errare nella Dimora del Mondo manca l’Amico della Dimora, colui che riceve, nello stesso modo e con la stessa forza, il mondo costruito dalla tecnica e il mondo come dimora originale. Manca questo Amico della Dimora che potrebbe riappropriare la calcolabilità e la tecnicità della natura nell’apertura segreta di una nuova esperienza della naturalità della natura. (M. Heidegger)

Non tutto è oro, ma c’è dell’oro dentro. (G. Frege)

 

 

1 VersO LE DOMANDE

Introduzione (Vers. 0.0)

Dove la curatrice giustifica le sue scelte editoriali.

In una radura con Heidegger (Vers. 0.0)

Dove si cerca di capire cosa Heidegger pensa della tecnica senza naufragare nella pedanteria.

A martellate

(Vers. 0.0)

Dove Fiorenzo e le sue amiche frantumano troppo grevi conglomerati di idee.

2 DOMANDE (In fieri)

Sui fondamenti

O sulle parole e le cose.

Sull’automatizzazione

O sulle macchine che trasformano stimoli in azioni.

Sull’ingegneria del software

O sul felice matrimonio tra computer e ingegneria “tradizionale”.

Sulla ragione deportata (Intelligenza artificiale)

O sulla ragione che gli esseri umani deportano per i più svariati fini e che chiamano intelligenza artificiale

Bibliografia

O sugli scritti che hanno seminato nei miei neuroni idee spesso in conflitto.